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LE RINGHIERE DEI VILLINI
DI VIA BERNARDINO BONIFACIO

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Via Benardino Bonifacio, segna un importante asse di accesso alla città, compreso tra Porta Napoli e Porta Rudiae. Una strada continua ricamata dalle ringhiere dei villini e dai fiori nei giardini. 

 

Il quartiere San Pio prende forma nei primi anni del ‘900, con le prime edificazioni fuori le mura; villini e palazzotti dallo stile eclettico fanno da cornice alla storica Villa Reale, la testimonianza più importante della città.

 

Nel 1958, con la costruzione della chiesa di San Pio X e i successivi interventi edilizi del Piano Fanfani, il quartiere cresce anche in ragione della manifattura tabacchi di via Dalmazio Birago.

 

Negli anni ’80, con la crisi e la successiva chiusura dell’opificio dei tabacchi, il lento declino troverà una nuova dimensione, negli anni ’90, con lo sviluppo dell’Università.

Oggi, un dinamismo culturale ed economico ha trasformato il quartiere in una sorprendente comunità cosmopolita dove i ritmi della tradizione si arricchiscono con il sorriso dei giovani di tutto il mondo;

il quartiere universitario e delle associazioni culturali, dei nonni e della movida, degli artisti e dei bambini; il quartiere delle botteghe artigianali e delle nuove realtà commerciali; il quartiere dello sport e del tempo libero nei parchi pubblici di Belloluogo e Corvaglia.

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Nelle stagioni del tempo, il colore delle stagioni e il vissuto di chi vi abitava:

"Il villino di Alfredo racconta la cura di un costruttore che edificava piantando alberi. Un mastro di un'epoca passata che ha vissuto il suo tempo insegnando ad aver cura, ha costruito con cura, ha avuto cura.

Attenzioni che si ripetevano nel tempo dei colori; agrumi, albicocche e nespole si specchiavano nel bianco dei gelsomini e nel cipria del roseto; un rosa antico che oltrepassava le ringhiere e colorava le confidenze delle cummari. Un profumo intenso che continua a vivere nel ricordo di chi ha giocato in quel giardino e di chi lo vivrà avendone cura.

A.F.

ai miei nonni Antonietta e Alfredo

a Ersilia, mia figlia
Lecce, marzo '21

le città rifioriscono con l'amore di chi le abita

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